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Filosofia

Il più grande uomo scimmia del Pleistocene

"Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati." (Dalla presentazione di Terry Pratchett)

La misura del mondo

Nel 1828, Gauss, matematico, fisico, astronomo, al momento direttore dell'osservatorio di Gottinga, dove vive con la seconda moglie Minna e i figli, viene invitato da Alexander von Humboldt, esploratore, geografo e scienziato, a Berlino, dove si svolge un congresso di scienziati tedeschi. L'incontro fra due delle menti più geniali della Germania illuminista fornisce all'autore l'occasione di narrare le incomparabili vite dei due personaggi, dall'infanzia al 1828 passando per il viaggio e il trattato che hanno fondato la geografia e la matematica moderne. Un romanzo intelligente, divertente, ricco di humour; il ritratto irridente ma appassionato e devoto dell'epoca di massimo splendore della cultura tedesca.

Il bello della bicicletta

Nel 1948 esce nelle sale "Ladri di biciclette" di Vittorio de Sica. Passerà appena un anno e Fausto Coppi, trionfatore in sella alla sua Bianchi di Giro d'Italia e Tour de France, diventerà l'eroe dell'epopea moderna celebrato da Roland Barthes. Ed è proprio nel clima di devastazione e speranza, di distruzione e rinascita dell'immediato dopoguerra che si impone il mito contemporaneo della bicicletta, un mito oggi forse maturo per trasformarsi in utopia ecologista e democratica. Augé analizza lucidamente il "nuovo umanesimo dei ciclisti", che annulla le differenze di classe, induce all'uguaglianza, riconduce l'esistenza nelle nostre città a tempi e ritmi più sostenibili, trasforma le vie urbane in spazi da scoprire con la cadenza regolare della pedalata e riapre così le porte, in ultima analisi, al sogno e all'avvenire.

La civiltà dell'empatia

Decisamente un "librone" (634 pagine) ma dai contenuti interessanti e profondi. Una visione ecologica e positiva della natura umana. Per secoli, filosofi, scienziati, psicologi ed economisti hanno contribuito a diffondere l'idea che l'essere umano sia per natura aggressivo e utilitarista, teso principalmente al soddisfacimento egoistico dei propri bisogni e al guadagno materiale. La storia, quindi, non sarebbe altro che una lotta senza quartiere tra individui isolati, solo occasionalmente uniti da ragioni di mera utilità e profitto.

Pedalo dunque sono

Un gruppo di ciclisti-filosofi, atleti del pensiero che amano muoversi a colpi di pedale, riflette intorno alla bicicletta, in forma di brevi saggi divulgativi e senza dimenticare il sorriso. Nei loro testi la bicicletta diventa non solo un mezzo per leggere le piccole cose della nostra quotidianità, ma anche per leggersi divenendo ora strumento di ascesi, ora di rivoluzione, ora di recupero di un tempo lento e naturale che le scadenze imposte da una società sempre più frenetica non consentono di gustare appieno. Pedalando si può arrivare a sciogliere i problemi che ci assillano e a guardarli dall'esterno, riuscendo così a relativizzarli e a risolverli meglio. Pedalando si può arrivare a isolarsi dal mondo riuscendo ad ascoltare solo il battito del proprio cuore, ad assaporare la strada, il vento, la fatica. A essere strada, manubrio, vento, vita.

La Rete della Vita

La sopravvivenza dell'umanità dipenderà dal nostro grado di competenza ecologica, dalla nostra capacità di comprendere i principi dell'ecologia e di vivere in conformità con essi (Fritjof Capra). Che cos'è la vita? Per rispondere a questo interrogativo Fritjof Capra indaga su più fronti e in campi diversi (teoria della complessità, teoria di Gaia, teorie del caos) e delinea un nuovo pensiero che vede nella natura e negli esseri viventi non entità isolate, ma sempre e comunque "sistemi viventi" dove il singolo è in uno stretto rapporto di interdipendenza con i suoi simili e con il sistema tutto.

Perchè la vita, in realtà, non esiste

Malgrado secoli di discussioni, esperimenti, riflessioni e progressi scientifici, nessuna delle definizioni di "vita" proposte finora riesce a discriminare in modo netto e soddisfacente fra ciò che chiamiamo animato e ciò che consideriamo inanimato. Forse perché il vero elemento comune delle cose che definiamo vive non è una loro proprietà intrinseca, ma la nostra percezione di esse. Ferris Jabr.
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